Valsorda, volontà e soluzioni
Gli effetti sulla fauna e sul paesaggio di Valsorda determinati dalla ormai famosa recinzione elettrificata, richiesta dai soliti noti e costruita dall’Amministrazione Comunale, sono sotto gli occhi di tutti.
Qualsiasi commento sarebbe quindi superfluo e oggetto di strumentalizzazione.
Riteniamo doveroso però un chiarimento.
I pascoli montani sono valori paesaggistici e serbatoi di biodiversità, tutelati in tutto il mondo e a cui non si può rinunciare.
Valsorda però non è interessata da nessun contratto di pascolo.
Al contrario delle trosce, i prati di Valsorda non sono di proprietà della Comunanza ma di uno svariato numero di soggetti privati e i bovini, spesso non opportunamente sorvegliati dai proprietari, li invadono oltrepassando i confini dei terreni affittati.
Per risolvere il problema due anni fa, di concerto con l’assessore all’ambiente Paola Gramaccia e con il parere positivo della Regione Umbria, cominciammo a progettare una soluzione che prevedesse:
- una recinzione della troscia da realizzare in legno e coerente con quelle già presenti in Valsorda, che minimizzasse l’impatto paesaggistico, dotata di varchi asimmetrici che avrebbero consentito il passaggio dell’uomo e di tutti gli animali ad esclusione di quelli di grossa taglia come mucche e cavalli.
- una nuova conduttura che, sfruttando i già esistenti scarichi interrati del vecchio albergo Narciso, scendesse fino all’esistente capanno dei cacciatori (fuori dalla Valsorda): in quest’area, su terreno della collettività gualdese (Comunanza) avremmo realizzato nuovi trocchi per l’abbeveraggio di ogni animale, anche di grossa taglia.
Attuando questo programma condiviso avremmo così:
- tutelato il prezioso paesaggio di Valsorda con un'opera di basso impatto paesaggistico coerente con altri materiali già presenti.
- ridotto la presenza di bovini nelle zone maggiormente utilizzate dai turisti, perché con pochi giorni di “addestramento” da parte del pastore stesso le mucche presenti avrebbero appreso la nuova posizione dei trocchi, evitando di forzare le nuove staccionate e di stazionare nel centro di Valsorda.
- tutelato tutta la fauna locale che avrebbe potuto continuare ad abbeverarsi con continuità.
- protetto maggiormente l’habitat di riproduzione di eventuali anfibi che utilizzano i luoghi umidi per la riproduzione primaverile (per il resto dell’anno, infatti, vivono altrove)
Questo progetto fu presentato due anni fa in Regione Umbria per essere finanziato con fondi PSR, e annunciato con questo comunicato congiunto tra Comune e Comunanza.
Perché un comunicato congiunto?
Perché la troscia di Valsorda fa parte di quelle proprietà appartenenti alla proprietà collettiva dei gualdesi ancora da restituire. Il protocollo d’intesa, firmato da Comune e Comunanza, prevede per queste proprietà ancora “sub iudice” solo azioni e decisioni che siano di comune accordo tra Comune e Comunanza.
Ma l’amministrazione Presciutti ha arbitrariamente deciso di fare carta straccia di questo protocollo, rinnegandolo dopo averlo sottoscritto.
Dopo il comunicato stampa congiunto sul progetto “troscia”, accadde qualcosa all’interno dell’Amministrazione Comunale per cui fu abbandonata ogni progettualità comune che avrebbe consentito di risolvere il problema in maniera meno devastante dell’attuale recinzione elettrificata.
Nel frattempo il progetto è fermo a un accordo in Regione.
Oltre a noi, nessun amministratore gualdese si è mai mosso per portarlo avanti, neanche quelli che in questi due anni non hanno mancato occasione di sottolineare il “gravissimo problema delle vaccine a Valsorda”: c’è dunque la volontà di risolverlo o solo quella di creare un “caso” ?
I cittadini gualdesi hanno potuto constatare che nell’anno in cui il “problema vaccine” era praticamente assente - grazie anche al nostro deciso dialogo con l’allevatore, unico responsabile della custodia degli animali - l’Amministrazione ha continuato a violare il protocollo d’intesa e ha autonomamente deciso la costruzione del recinto elettrificato.
Ci siamo rammaricati di questo comportamento, ma non stupiti: d’altronde questo è l’anno della miracolosa riscoperta della montagna, in cui dopo decenni di abbandono da parte delle amministrazioni improvvisamente tutte le progettualità si sono spostate più “in alto”, anche a scapito della città.
Sono questi gli anni in cui dopo secoli di pacifica convivenza tra uomo e natura nelle nostre montagne, improvvisamente c’è chi ha sentito l’esigenza di una grande produzione di comunicati stampa e sono improvvisamente diventati un grave problema il tritone crestato, la biodiversità, le pinete, il pascolo, gli escrementi, le trosce, i cavalli, le mucche, i caprioli, le oasi e i nuovi musei… anche da parte di inaspettati ambientalisti, che mai menzionano il vero tema madre ambientale a Gualdo (l’acqua) ma che si sono scoperti appassionati di natura in singolare coincidenza al problema “Rocchetta”.
Nel frattempo, lontano dai riflettori e senza ironici hashtag, silenziosamente abbiamo ripristinato numerosi punti di abbeveraggio distribuiti lungo il nostro Appennino Gualdese: i trocchi del Fontanile di Rigali, i trocchetti di Palazzo Mancinelli, il fontanile dei Renacci, stiamo completando il restauro del Fontanile di Campetella e altri ve ne sono in programma nel contesto del progetto “la Montagna delle Meraviglie”. Così da valorizzare luoghi della storia e della memoria comune, ma contemporaneamente salvaguardare tutta la fauna delle proprietà collettive ripristinando ovunque i punti acqua storici.
Stiamo inoltre lavorando con la Regione Umbria anche ad un secondo progetto per il potenziamento di ulteriori punti di abbeveraggio per gli animali da pascolo.
Essendo ormai chiaro che l’attuale amministrazione non ha alcuna intenzione di rispettare il protocollo d’intesa sottoscritto, mentre attendiamo la riassegnazione definitiva di tutte le proprietà per procedere con progetti di buon senso lontani dalla corrente elettrica, ci uniamo al grande appello cittadino per l’eliminazione della elettrificazione.
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