Pineta di Sascupo dissequestrata, i lavori devono proseguire
Alla base dell’atto che riconsegna le proprietà collettive alla Comunanza Agraria vi sono motivazioni lapidarie che speriamo mettano la parola “fine” alla gran quantità di parole e polemiche spese su un normale intervento di manutenzione boschiva.
Innanzitutto consentire la prioritaria sistemazione del bosco da parte della Comunanza Agraria, poiché “l’intervento di diradamento di cui trattasi è necessario in quanto fisiologico nel ciclo evolutivo delle formazioni di alto fusto, ed è stato previsto in un progetto di taglio in ossequio alle norme forestali vigenti, approvato con le prescrizioni imposte dalla competente autorità amministrativa AFOR ed eseguito come prescritto”, ed anche perché “non sono emerse violazioni neppure a seguito dell’ispezione dei carabinieri forestali”.
Queste le considerazioni del consulente del Tribunale, che coincidono con quanto sempre detto dalla Comunanza Agraria: operazioni necessarie per la tutela del bosco, prescritte dalle normative, ed eseguite a regola d’arte nel rispetto di legge e del nostro ambiente, la risorsa più preziosa che - stiano tranquille le famiglie gualdesi - viene gestita al meglio.
Secondariamente perché una delle principali obiezioni sollevate da una locale associazione, riguardanti la mancata messa a disposizione della legna di pino nero ai cittadini gualdesi, è stata rigettata al mittente perchè materiale che “non manifesta alcun interesse per le esigenze di legnatico, in quanto le resinose non sono utilizzate per la combustione di stufe o camini”.
Infine una motivazione economica, poiché tutta questa situazione potrebbe comportare conseguenze patrimoniali per l’intera collettività Gualdese proprietaria dei beni. Il grave danno economico e d’immagine subito dalla Comunanza e dalla società che ha eseguito i lavori a regola d’arte, rischia di compromettere la stessa prosecuzione degli interventi necessari sulle pinete, che a causa di questo lungo stop forzato hanno subito l’aggravarsi delle problematiche fitosanitarie, di rischio schianti e marcescenza, come spesso segnalato anche da comuni cittadini ed associazioni.
Attendiamo ora fiduciosi la sentenza definitiva, che metta la parola “fine” alle insinuazioni di alcuni riguardo furti di terra, furti di legna o disastri ambientali; parole lesive e prive di fondamento.
Sarà una ulteriore conferma della serietà e dell’impegno con cui la Comunanza Agraria sta riprendendo a curare la montagna, opera che continuerà con sempre maggiore impegno e partecipazione.
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