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Cave, inchieste e salute della comunità

La Comunanza Agraria, anche a seguito dei preoccupanti sviluppi dell’inchiesta “Fango and cash”, rinuncia definitivamente a circa mezzo milione di euro scegliendo senza indugio la massima tutela e salvaguardia delle proprietà collettive e del corpo idrico sottostante la cava di Pian delle Quaglie.

mazzette cave
Gualdo Tadino (PG), 10 dicembre 2020 – Nel marzo 2020 a seguito dell’operazione “Fango and cash” dell’Antimafia di Ancona avevamo sollevato forti perplessità sulla situazione riguardante la cava di Pian delle Quaglie, in località Vaccara, e diffidato le società interessate a procedere sui terreni di proprietà collettiva con i lavori autorizzati dal comune di Gualdo Tadino, rinunciando tra l’altro a circa mezzo milione di euro. A quei dubbi in questi mesi nessun Ente preposto ha dato risposta.

Al contrario il 27 novembre, in totale assenza di dialogo con la Comunanza per una soluzione condivisa nonostante una situazione più che preoccupante, una delibera della giunta Comunale ha prorogato l’autorizzazione all’esercizio di attività di cava. La proroga prevede la semplice delimitazione con rete metallica del confine con le proprietà collettive della Comunanza, lasciando proseguire l’attività di cava sul restante territorio. 

A stretto giro il 30 novembre la Regione Umbria ha prorogato il giudizio di compatibilità ambientale nella medesima area. 

Il 2 Dicembre, la stessa Procura Distrettuale Antimafia di Ancona ha accertato un traffico di 640 mila tonnellate di rifiuti “speciali, contaminati ed inquinanti”, notificato verbali per un totale di 14 milioni di euro ed ha iscritto nel registro degli indagati tra gli altri un funzionario della Regione Umbria, con l’accusa di corruzione. 

Le cave di Vaccara e Palazzo Mancinelli hanno visto, nel periodo in cui la Comunanza non era attiva, gli sversamenti dei rifiuti speciali provenienti dalla Quadrilatero scoperti dal NIPAF nel 2013, l’inquinamento da piombo e arsenico a seguito del ritombamento del materiale proveniente dall’ex-consorzio nel 2015, la fideiussione inesigibile a danno del Comune nel 2009 e non ultima la finta estorsione che provocò nel 2013 l’arresto di una persona innocente, Massimiliano Parlanti.

Sotto i terreni di quella cava vi è uno dei corpi idrici più importanti del territorio gualdese, acqua che utilizziamo per i nostri acquedotti, da Gualdo a Perugia.

Considerati i precedenti, l’inchiesta in corso, la continuazione dell’attività estrattiva, i rischi connessi ed il silenzio generale su queste vicende, intendiamo informare e tranquillizzare i cittadini e in particolare tutti gli utenti monte che su tali tematiche si sono già espressi in assemblea: faremo tutto quanto in nostro potere, con o senza dialogo con gli Enti preposti, per la tutela e la salvaguardia delle proprietà collettive, del prezioso bacino idrico sottostante e di conseguenza della salute della comunità, che viene prima di ogni altra cosa. Il prossimo appuntamento sarà presso il Commissario agli usi civici che sull’argomento ha già avviato un procedimento.

Tags: Comunanza Agraria Appennino Gualdese, Usi Civici, Comune di Gualdo Tadino, Regione Umbria, cave