Delibera 1, 2018
ORDINE DEL GIORNO: CONVENZIONE PER IL SERVIZIO DI SEGRETERIA DELLA COMUNANZA AGRARIA APPENNINO GUALDESE CON IL CONSORZIO FORESTALE “LA FAGGETA”.
ORDINE DEL GIORNO: CONVENZIONE PER IL SERVIZIO DI SEGRETERIA DELLA COMUNANZA AGRARIA APPENNINO GUALDESE CON IL CONSORZIO FORESTALE “LA FAGGETA”.
Papa Leone X,con breve pontificio, ordina al cardinale Antonio del Monte di cedere la montagna alla Camera Apostolica togliendola, quindi, agli abitanti di Gualdo Tadino.
Per tutti quelli che utilizzavano tali territori per vivere, si profila una vita assai dura.
Dopo 30 anni di reiterati reclami della popolazione di Gualdo Tadino verso lo Stato Pontificio, Papa Paolo III, con un altro breve, riconosce ai Gualdesi l'usufrutto da ricavarsi ogni anno dai prati siti in territorio montano, gli stessi prati che Papa Leone X gli aveva tolto nel 1516.
Il Comune di Gualdo Tadino risultava insolvente nei confronti dello Stato Pontificio che, per appianare i debiti del Comune di Gualdo Tadino nei suoi confronti, dispose la vendita all'asta dei terreni/beni denominati "Appennino Gualdese".
La vendita fu curata dal Notaio Nicola Fratachi il quale dichiarò nel rogito quanto segue: "Nella vendita dei suddetti beni si intende espressamente riservato il jus pascendi ed il jus legnandi e qualsiasi altro diritto o sevitù che a qualunque persona o corpo in qualunque modo potesse competere sopra i predi medesimi" che tradotto significa che i diritti di utilizzo dei terreni/beni rimanevano agli abitanti di Gualdo Tadino anche se questi erano stati venduti.
I diritti di Uso Civico gravati sull'Appennino Gualdese vengono riscattati ed assoggettati ad enfiteusi con un canone annuo di Lire 4400 di cui il Comune di Gualdo Tadino doveva esserne il garante.
In tale data, con atto del Comune di Gualdo Tadino, fu costituita la Comunanza Agraria "Amministrazione Dell'Appennino Gualdese".
Ciò fu dovuto al fatto che il Comune di Gualdo Tadino, come Ente, era garante dal 14/05/1893 del canone annuo di Lire 4400, ma non poteva assumerne l'onere perché, per ovvie ragioni, non tutti gli abitanti del Comune di Gualdo Tadino erano interessati al godimento dei diritti sulla montagna (terreni/beni denominati "Appennino Gualdese") e quindi non poteva gravare economicamente su tutti i cittadini Gualdesi.
Per la costituzione dell'Ente denominato Comunanza Agraria "Amministrazione Dell'Appennino Gualdese" si rimanda alle seguenti delibere del Consiglio Comunale di Gualdo Tadino: 16/11/1893, 25/11/1893, 30/03/1894, 29/08/1894, 16/11/1894, 08/01/1895.
Nell'Aprile 1905 il ministro dell'Agricoltura Industria e Commercio Luigi Rava inserisce la Comunanza Agraria "Amministrazione Dell'Appennino Gualdese" nella relazione che illustra nella seduta della Camera dei Deputati contenente il censimento delle Comunanze presenti sul territorio Italiano.
Questo rappresenta un ulteriore ufficializzazione della Comunanza Agraria "Amministrazione Dell'Appennino Gualdese"
Il consiglio di amministrazione Comunanza Agraria "Amministrazione Dell'Appennino Gualdese", tra le varie, decide di dare in concessione parte dei terreni collettivi a Righi Belisario fu Vittorio per permettergli di imbottigliare l'acqua che sgorga naturalmente dalle sorgenti della Rocchetta.
Da tale decisione scaturisce un contratto tra la Comunanza Agraria "Amministrazione Dell'Appennino Gualdese" ed il Sig. Righi. Tale contratto prevede che Righi paghi ogni anno alla Comunanza Agraria "Amministrazione Dell'Appennino Gualdese" un affitto per i terreni che gli vengono ceduti ed un canone per l'acqua che imbottiglierà.
Tramite rogito del Notaio Carlo Nannarone L'Ente Comunanza Agraria "Amministrazione Dell'Appennino Gualdese" affranca a suo nome i terreni/beni denominati "Appennino Gualdese" pagando ai proprietari dei beni un totale di Lire 1.689.600.
Il tutto dopo che il 29/08/1956 era stato deciso tramite delibera n. 34 della Comunanza stessa.
Tale Rogito Nannarone è stato regolarmente trascritto presso la Conservatoria Dei Registri di Perugia in data 08/07/1959 ed i terreni debitamente volturati a nome della Comunanza Agraria "Amministrazione Dell'Appennino Gualdese" presso il catasto dei terreni del Comune di Gualdo Tadino.
La Comunanza ha attivamente operato, con piena soddisfazione dell’Utenza fino al 1976, quando la Giunta comunale di Gualdo Tadino, con delibera n. 445 dell’11.9.1976, asserendo che i terreni in questione erano erroneamente intestati alla Comunanza Agraria, conferiva incarico ad un professionista di “esperire tutti gli atti peritali … per riportare catastalmente a nome del Comune di Gualdo Tadino tutti i beni montani (terreni e fabbricati) di proprietà del Comune oggi erroneamente intestati alla Comunanza Agraria dell’Appen- nino Gualdese ed alla Amministrazione Appennino Gual-dese”, alla quale seguivano vari atti di dubbia legittimità del Consiglio Comunale, con il tacito assenso della Regione, in cui si deliberava di riassumere direttamente la gestione degli stessi. Ne sono seguiti 35 anni di pressoché totale abbandono, a fronte di varie concessioni rilasciate per lo sfruttamento dei beni comunitari.
In virtù di quanto sopra è nata l’iniziativa di un gruppo di Utenti di riattivare l’Amministrazione dell’Appennino.
Siamo cittadini, abitanti ed utenti del Comune di Gualdo Tadino, promotori di un’iniziativa che vuole il riordino ed il ritorno della Comunanza Agraria "Amministrazione Dell'Appennino Gualdese", la cui attività si è interrotta nel 1976.
Per comprendere l’importanza del ripristino della Comunanza per la nostra comunità intera, è necessario non solo ripercorrere le tappe storiche dell’intera vicenda, ma capire il perché dell’iniziativa e da dove siamo partiti.
Molto spesso accade che gli eventi siano concatenati ed i loro possibili collegamenti siano innumerevoli ed inevitabili. Questo è successo nel nostro caso.
Era Agosto 2011 e girava da tempo una Sentenza del TAR (Sentenza n.190 del 20 Maggio 2008) che, insieme ad altre, avevano bloccato la famosa seconda concessione di acqua minerale nel Comune di Gualdo Tadino grazie all’azione del Comitato Rio Fergia, del Comune di Nocera, di altri ricorrenti e della Comunanza Agraria di Colle contro la Regione e nei confronti della società IDREA.
Ma che cosa conteneva la Sentenza? E che cosa c’entra con la storia della Comunanza Agraria "Amministrazione Dell'Appennino Gualdese"?
In breve si ricorse al TAR contro la Regione per la seguente ragione: Con la Det. 4860/2007 la Regione quando delimitò la “Zona di protezione igienico-sanitaria”, la “Zona di tutela assoluta”, la “Zona di rispetto ristretta” e la “Zona di rispetto allargata”, previste dalla Legge, attorno al “Pozzo Corcia” o “Pozzo Idrea” (scavato dalla consorella Rocchetta S.p.a., Det.n. 1900, Marzo 2003) da cui si sarebbe dovuta emungere l’acqua della “seconda” concessione, aveva ricompreso alcuni terreni della Comunanza di Colle.
All’interno di tali terreni, per effetto della restrizione igienica, veniva disposto il divieto di pascolo di bestiame oltre una certa soglia. La Comunanza Agraria ricorrente, titolare dell’uso civico di pascolo e legnatico su tali terreni siti nel Comune di Gualdo Tadino, sostenne che, siccome i terreni ricompresi nel vincolo sopra esposto erano ad uso civico, sarebbe stata necessaria una previa autorizzazione della Regione (cambio di destinazione d’uso) da richiedersi presso il Servizio Usi Civici della Regione (ai sensi dell’articolo 12, comma 2, della legge 1766/1927), ma detta autorizzazione non era mai stata né richiesta, né rilasciata. Il Tar accolse il ricorso con conseguente annullamento del provvedimento impugnato (Determinazione 4860/2007).
Qualcuno dopo la Sentenza ci raccontò che a Gualdo Tadino c’è l’uso civico su gran parte dei terreni della Montagna e la domanda logica conseguente fu immediata: Anche sui terreni della concessione in atto? La risposta è si (P.R.G. – Comune di Gualdo Tadino – Carta dei Vincoli e delle previsioni strutturali). E allora le domande si susseguirono tumultuose ed incessanti: La normativa del 1927 era stata ottemperata ai tempi della concessione? Cioè era stato richiesto alla Regione il permesso per il cambio di destinazione di quell’area? Risposta: No. Alla comunità spettava un equo compenso per il cambio di destinazione di un’area intera soggetta alla concessione? Risposta: Si. Il Compenso fu mai stabilito? Risposta: No, perché la normativa vigente allora ed anche oggi (Legge 1766 del 1927) non fu ottemperata, il cambio di destinazione d’uso non fu richiesto. Ma la questione è in prescrizione? Risposta: No, i terreni ad uso civico sono per loro natura imprescrittibili, inusucapibili ed inaliniebali.
Poi qualcun altro ci spiegò che esisteva un tempo anche una Comunanza Agraria a Gualdo Tadino, la quale, tra i vari scopi, tutelava i diritti della popolazione per quanto si riferisce all’esercizio degli Usi Civici (Statuto – Regolamento vigente, Ottobre 1969). E lì cominciò il recupero dei documenti storici che ci portarono alla stesura e sottoscrizione della nostra istanza di “recupero” e riordino della Comunanza Agraria.